ICS per il Giffoni Film Festival

Ho chiuso i pacchi e caricato in macchina le ultime piastre in ceramica realizzate per celebrare l’edizione di quest’anno del Giffoni Film Festival. Sono le ultime, altre sono già state consegnate, ma i personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e della politica cui sono destinate, si avvicendano ogni giorno sul palcoscenico del Festival e quindi bisogna far presto, gli organizzatori le stanno aspettando.

Parto dalla nostra fabbrica diretto verso il Festival, il laboratorio è a Giffoni e la cittadella del cinema non è lontana, indosso in tutta fretta la mascherina entrata ormai nelle nostre abitudini e segnale di un tempo difficile con cui abbiamo imparato a convivere. La strada è piena di gente, di pullman e di ragazzi col sorriso di chi ha diritto alla vita. Mi viene in mente lo slogan di questa edizione: Un grido di felicità.

E tutto magicamente mi torna.

Sorrido. Anche quest’anno questo piccolo paese dei Picentini ha visto realizzarsi il suo miracolo di creatività e cultura, richiamando sul posto star della musica e del cinema, professionisti del settore e giornalisti, migliaia di giurati scelti tra bambini e ragazzi dai sei ai venti anni, ai quali ha saputo regalare un’edizione di nuovo vicina a quelle del passato, “in presenza”, come oggi si usa dire, dopo quella dello scorso anno divisa in tre monconi, due ad agosto e uno “online” a dicembre.

Mentre guido penso che il “Grido di felicità” meglio di qualsiasi altra parola incarna lo spirito dei tempi e i sentimenti di necessità e urgenza di chi li vive. Come ogni anno, il Festival propone una sua lettura dei temi d’attualità; negli anni scorsi erano stati quelli dell’ecologia, della tutela del territorio, della cura rivolta agli elementi naturali, e anche quest’anno, il patron del Festival, Claudio Gubitosi, ha voluto che fosse una piastra in ceramica realizzata e decorata a mano a fare da messaggero e testimone del tema e dell’ispirazione del momento.

La Manifattura Ceramica ICS, come fa ormai da qualche anno, ha orgogliosamente realizzato questi oggetti con la passione di chi crede nel proprio lavoro, nell’appartenenza a un territorio e a una tradizione, ma soprattutto di chi, nei temi che il Giffoni Film Festival propone, ritrova anche la propria identità più vera.

Nelle scorse edizioni la nostra “terra rossa” aveva celebrato il pianeta, tingendosi dell’azzurro dell’acqua e del rosso del fuoco. Quest’anno, ha realizzato la splendida grafica di (nome) D’Ambrosio, figlia d’arte giacché suo padre Gelsomino, illustre scenografo, grafico, illustratore, ha in passato indagato e percorso tutti gli aspetti del design, arrivando ad essere insignito nel 1999 del premio Francois Truffaut proprio da quel Festival di Giffoni che tanto aveva amato e per il quale aveva disegnato i primi manifesti, ancora oggi carichi di straordinaria suggestione visiva.

Quest’anno, forse più di altri, quando abbiamo visto uscire dal forno quel “colorato grido di felicità”, tenuto su dalle braccia dei ragazzi nell’illustrazione, ci siamo emozionati e abbiamo compreso che stavamo vivendo una grande opportunità: essere autori e partecipi di qualcosa che sarebbe rimasta a lungo nel cuore e nei ricordi di chi l’aveva vissuta.

Ecco, sono arrivato, scarico nel magazzino dell’organizzazione il risultato del nostro lavoro e mentre le tocco sentendone il peso, provo a immaginare le mani che stringeranno le nostre piastre di terracotta, i luoghi dove saranno esposte, i commenti e i racconti di chi le riceverà. Insomma… vita vera.

Finalmente a colori!  

Dario Palumbo

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